Tarsius (Storr, 1780) è un genere di piccoli primati
Si tratta di animali lunghi una quindicina di centimetri, ai quali si sommano i 20–25 cm della coda. Le mani sono molto grandi, con dita lunghe in alcuni casi quanto l'intero braccio e dai polpastrelli rigonfi: l'indice ed il medio delle mani posteriori possiedono unghie utilizzate per il grooming, per espletare il quale essi non hanno tuttavia il pettine dentale tipico degli strepsirrini.
Hanno tutti ossa del tarso molto allungate, da cui il nome, e grandi occhi da animale notturno, i quali, tuttavia, mancano del tipico tapetum lucidum delle creature della notte.
Il cervello dei tarsi presenta differenze nell'arrangiamento sinaptico fra gli occhi ed il corpo genicolato laterale rispetto agli altri primati.[1]
Sono animali arboricoli con abitudini notturne.
La loro dieta è prevalentemente insettivora, ma all'occorrenza non disdegnano catturare grandissimi vertebrati, serpenti o e rubano i nidi d'uccello.
La posizione filogenetica dei tarsi fra i primati è stata sempre posta in discussione e nel corso degli anni essi sono stati posti prima fra le proscimmie, in seguito nel sottordine monofiletico degli Haplorrhini.
Il genere Tarsius comprende le seguenti specie[2]:
Altre due specie in precedenza assegnate a questo genere sono state segregate in generi a sé stanti:[2]:
Il genere è diffuso nelle isole della Sonda (Sud-est asiatico) e nelle Filippine.
La poetessa premio Nobel Wisława Szymborska ha dedicato un suo componimento al Tarsio [3].