Macrolepiota mastoidea (Fr.) Singer, Lilloa 22: 417 (1951) [1949]
Macrolepiota mastoidea è una "mazza di tamburo" abbastanza simile al Macrolepiota procera, anche se si differenzia da quest'ultima per le dimensioni mediamente più ridotte e per via dell'umbone aguzzo sul cappello che gli conferisce la forma di una "mammella" (vedi fotografie).
È molto ricercata per il suo sapore buono di nocciole e non richiede una cottura prolungata, a differenza della M. procera che è tossica da cruda.
8-12 cm di diametro, subgloboso, piano-convesso, con umbone acuto, margine involuto; cuticola bianca od ocra-crema, dissociata in finissime squamette, più addensate verso il centro.
Fitte, alte, distanti dal gambo; bianche e poi crema-roseo.
Cilindrico, attenuato in alto, leggermente rigonfio alla base, rivestito di squamette granulose di color giallo-bruno, facilmente staccabile dal cappello.
Biancastra o bianca, immutabile.
Bianche in massa, ellittiche, binucleate.
Cresce in autunno, a gruppi nei boschi misti.
Ottima. Deve essere cotta perché da cruda può essere tossica.
Dal greco mastos = mammella e ideos = simile, per il grosso umbone centrale del suo cappello che ricorda il capezzolo.
Macrolepiota mastoidea (Fr.) Singer, Lilloa 22: 417 (1951) [1949]
Macrolepiota mastoidea è una "mazza di tamburo" abbastanza simile al Macrolepiota procera, anche se si differenzia da quest'ultima per le dimensioni mediamente più ridotte e per via dell'umbone aguzzo sul cappello che gli conferisce la forma di una "mammella" (vedi fotografie).
È molto ricercata per il suo sapore buono di nocciole e non richiede una cottura prolungata, a differenza della M. procera che è tossica da cruda.